GLI SPAZI DI MORFEO – testo introduttivo di Sandra Benvenuti

Lo studio di Franco Donaggio si trova in una zona centrale ed effervescente della città di Milano. In quel periodo nell’area prospiciente lo studio dell’autore ha inizio una vera e propria rivoluzione urbanistica. Il quartiere si rinnova, nascono nuove attività e rapidamente si trasforma da zona commerciale a uno dei luoghi più trendy della città. Inizia la costruzione del palazzo Bosco Verticale dell’architetto Stefano Boeri, e con esso molti altri importanti complessi edilizi, come la nuova sede del palazzo della Regione Lombardia. Lo spazio lavorativo di Donaggio – che lui chiama il pensatoio – è anche un luogo d’incontro e di convivio. Spesso si organizzano cene con amici artisti, esposizioni o tavole rotonde con esperti ed appassionati. Un pomeriggio, passa un gallerista che Franco conosce da poco, e gli chiede se vuole realizzare assieme ad altri importanti autori una serie di immagini sul nudo femminile per un progetto editoriale. Il tema è nuovo per Franco, ma lo incuriosisce. Il gallerista lancia una sfida che l’artista raccoglie con entusiasmo. Come di consueto, l’autore inizia la fase di pre-visualizzazione del progetto. Pianifica situazioni e posture, prepara schizzi a matita illustrando come fotografare il soggetto e in quale ambientazione collocarlo. Lavora con due modelle professioniste: Arianna Grimoldi e Giovanna Lacedra, ed entrambe instaurano un feeling perfetto con l’autore. La donna è una figura fondamentale per Donaggio, non è solo musa ispiratrice ma donatrice di vita. L’artista usa spesso l’espressione: la donna è la casa dell’uomo. Pianificare di inserire la figura femminile nel contesto urbano in fase di rinascita, è stata una scelta immediata e naturale. L’autore idealizza la donna come generatrice di vita, colei che ricopre il ruolo di salvatrice in un contesto che l’autore definisce: un mondo consumato dall’oblio dei valori umani. La donna di Donaggio è indomita, ascetica e misteriosa. La prima immagine realizzata per il progetto Gli spazi di Morfeo ben descrive i tratti dell’intero corpus del lavoro, raffigura un’agguerrita amazzone al comando di una gigantesca nave-Cerbero divoratrice di onde, che con lunghe corregge di cuoio legate alla sommità della prua ci conduce tra marosi inquieti nei mondi surreali dell’artista.