IL BOSCO DEL PENSIERO  –  by Tobia Donà


Le opere di Franco Donaggio si manifestano per cicli. Una sfida all’espressione di significati interiori, tra materialità e spirito, che si compie in modo sempre diverso. Donaggio non insegue le sue fotografie, non si lega ad esse, non le nutre di se stesse. Non se ne appropria, le lascia libere. Libere di restare. Questa è la sua grande singolarità morale. Ogni nuovo lavoro di Donaggio, è un fluire incessante ed in continua evoluzione, che va a comporre un fantastico ed immenso paesaggio tra chiarezza e mistero. Un’opera omnia, dalle prime luci dell’alba fino all’ultimo bagliore del giorno. Eccolo, Il bosco del pensiero di Franco Donaggio. Dove si trova, non lo sappiamo. Mai ci capiterà di attraversarlo. Ma quello che conta, la cosa veramente importante, è che Donaggio l’ha visto per noi. Davanti ai nostri occhi si dipana una metafora, un’eco, uno squillo di tromba ultraterrena pronta a risvegliare i nostri antenati. Mostrandoci un mondo che non è cambiato e che è davanti ai nostri occhi da sempre, da prima di noi, eterno eppure ignoto, Donaggio guida il nostro sguardo sul rapporto che lo lega all’uomo, sin dalla sua apparizione. E’ l’artificio, la messinscena. Poiché nulla vi è di naturale in noi se non la Cultura, ogni gesto e ogni nostra azione atta a modificare la realtà, è dettata dalla conoscenza e dal sapere. Quanto questo rapporto diventa stratagemma, mistificazione? Che cosa in noi sia natura o cosa sia artificio, queste fotografie non lo dicono. Ma sulle superfici innevate, dove incombe un cielo gonfio di presagi, striato di luci e che si approssima all’oscurità, molto vi è scritto su ciò che ci spinge ad andare avanti, anche quando la neve è così alta da coprirci le ginocchia. Una linfa ardente che percorre il tempo. L’inesauribile soffio creatore, che ci permette di vedere più avanti e di sentire più in profondità.