IL RITORNO – testo introduttivo di Sandra Benvenuti

Milano è la città dove Franco Donaggio vive e lavora. E’ la metropoli che gli ha donato la libertà di crescere intellettualmente e professionalmente da più di quarant’anni, ed inizia ad essergli stretta.
Gli manca il profumo del mare, il cielo limpido, gli echi di un tempo passato.
Questo desiderio è stato per Donaggio il giro di boa verso un nuovo inizio: il ritorno a casa.
Torna a Chioggia – sua città natale – sempre più spesso ripercorre la via del ricordo con l’esperienza dell’uomo maturo. Munito della sua inseparabile fotocamera osserva case colorate che si riflettono sull’acqua dei canali, cantieri navali in disuso, filari di cozze abbandonati, cammina lungo spiagge abitate solo da oggetti consunti trasportati dal mare.
Il silenzio, il penetrante profumo delle secche marine, l’aura di cose dismesse in battigie desolate, tolgono all’autore il velo del tempo, e riportano alla luce frammenti di una lontana vita vissuta.
Sedimenti è l’esempio di come la versatilità dell’artista non conosca confini. Con questo lavoro Donaggio inizia un nuovo percorso visivo. L’oggetto e non la figura umana, è al centro delle sue riflessioni. Nella frenetica e incessante ricerca di nuovi modi di rappresentare inedite visioni del mondo, Donaggio studia la possibilità di una mobilità interna alla composizione, partendo dalla disposizione degli elementi, offre altre possibilità di vita a cose abbandonate.
Partendo da una realtà vista, l’autore amplifica le potenzialità immaginative dando vita non solo a mondi e paesaggi che attingono al fantastico, ma esplicita questa contraddizione anche a livello formale: compone con materiali diversi personaggi insoliti come il ritratto di un vecchio pescatore, un telo di plastica si trasforma in una beffarda figura animalesca, svela l’anima nascosta di un mondo immobile e silenzioso offrendo allo sguardo paesaggi subacquei meravigliosi. Queste opere predispongono l’osservatore ad entrare in un vero e proprio processo analitico tutt’altro che immediato e mai disponibile ad essere colto nel suo insieme al primo sguardo, in un perenne oscillare tra l’introspezione intima, astrazione e rappresentatività, tra simbolismo e narrazione.
Con questo lavoro dall’appropriato titolo Sedimenti, sembra che l’autore voglia rendere un omaggio visivo al postulato fondamentale di Antoine Laurent de Lavoisier: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma!